La Smorfia Napoletana
—> numeri da 1 a 90 <—
Origini della smorfia napoletana
Ancora oggi non si è in grado di risalire a colui che per primo inventò la smorfia napoletana. Gli studi sono stati molteplici e la teoria più accreditata è quella che vuole vedere le sue origini nella cabala ebraica (qabbaláh o kabbalah, in ebraico: קַבָּלָה , letteralmente ‘
Secondo questa nella Bibbia non c’è parola, lettera o segno che non abbia qualche significato recondito. La cabala, infatti, associa un numero a ogni cosa, ed a ogni numero dà significato metafisico.
Ancor prima che nel Medio Oriente si diffondesse la gematria ebraica, alcuni studiosi, invece, hanno teorizzato che, nel mondo ellenico, già si praticasse l’onomanzia, una tecnica oracolare originata dalla conoscenza del significato col nome e che l’usanza di associare numeri a eventi risalga al matematico e filosofo greco Pitagora di Samo (588-500 a.C.) e alla sua scuola numerologica di Crotone.
Al famoso matematico si fanno risalire, inoltre, l’isopsefia (l’associazione delle lettere che compongono una parola a un unico numero)e le teorie sull’aritmosofia, la legge dei numeri che riordinano il Kaos
Il termine smorfia deriva molto probabilmente da Morfeo, il dio del sonno nell’antica Grecia. Il figlio di Ipno e Notte, secondo gli antichi greci e romani, donava realistiche illusioni a coloro che dormivano, da qui nasce il termine “smorfiare” divenuto sinonimo dell’interpretazione dei doni di Morfeo, per l’appunto i sogni.
Una delle prime opere sull’interpretazione dei sogni fu quella di Artemidoro di Daldi, scrittore, filosofo e fisico greco antico dell’epoca bizantina, nato a Efeso nel II secolo dopo Cristo, indicato, da molti, come il grande precursore di Sigmund Freud. Artemidoro propose per primo, nei cinque libri che compongono l’Onirocritica, una lettura scientifica e sistematica della materia onirica, classificando tutti i tipi di sogni ed i procedimenti che vi operano, elenca le più disparate immagini che vi possono comparire e ne svela i sensi deducibili.
Egli non fece altro che mettere insieme e verificare minuziosamente ciò che i suoi contemporanei in tutta l’area mediterranea già sapevano o avevano capito, ossia l’idea che ogni sogno rappresenti uno squarcio che collega il mondo terreno all’aldilà, una visione che si manifesta trasmettendo messaggi ultraterreni ignoti.
Anticamente le associazioni tra cose e numeri era tramandata oralmente, ma vista la vastità degli accostamenti, questi vennero trascritti in un libro che possiamo definire un libro dei sogni. In un secondo momento vennero abbinate le immagini ai numeri, per poter dare la possibilità anche agli analfabeti di accedere a tali informazioni.
La smorfia napoletana numeri da 1 a 90
La Smorfia Napoletana numeri da 1 a 90: Un po’ di storia
Seppur la smorfia napoletana sia la più conosciuta, essa fece la sua comparsa prima a Genova nel 1539, poi in altre regioni (Marche, Sicilia e Romagna), approdando nel capoluogo campano solo agli inizi del ‘600.
Soltanto due secoli dopo la sua comparsa, il gioco del Lotto, fu legalizzato in tutti gli stati italiani, fra i quali anche il Regno di Napoli.
La smorfia napoletana si può ben definire come la versione satirica e grottesca della cabala ebraica. Viene usata prevalentemente dalle persone più umili che da avvenimenti non usuali di vita quotidiana, piuttosto che da esperienze oniriche, ricavano i numeri da 1 a 90.
Tali numeri verranno poi utilizzati per giocare a Tombola (giocare a tombola, in particolare nel periodo natalizio, fu un’invenzione tutta partenopea), al moderno Bingo che si può giocare anche sul web, al Lotto o al Superenalotto, ma anche semplicemente costruendo una ritualità intorno a essi.
La mania di giocare al lotto e giochi affini, molto probabilmente risale ancor prima del ‘600, quando l’Impresa del Lotto trovò sede in un palazzo del centro antico di Napoli, che oggi si chiama vico Bonafficiata Vecchia nei pressi della Pignasecca e dove, nel 1520, durante un’estrazione furono scelte 90 ragazze da maritare; quelle che avessero realizzato una cinquina avrebbero vinto dei corredi di nozze.
Le donne che se li aggiudicarono furono chiamate le Bonafficiate, ossia le beneficate.
Il gioco nella città di Napoli era così diffuso che, tra Ottocento e Novecento, la giornalista e scrittrice Matilde Serao si espresse con queste parole sul cos’era il gioco del Lotto per i Napoletani:
“Ebbene, il popolo napoletano rifà ogni settimana il suo grande sogno di felicità, vive per sei giorni in una speranza crescente, invadente […] il lotto è il largo sogno, che consola la fantasia napoletana: è l’idea fissa di quei cervelli infuocati; è la grande visione felice che appaga la gente oppressa; è la vasta allucinazione che si prende le anime“.
Nel gioco, quindi, erano riposte tutte le speranze di riscatto del popolo partenopeo e guai a chi ne volesse ridimensionare o addirittura bandire la pratica; ci provò Giuseppe Garibaldi con un decreto, ma il suo ordine non fu mai eseguito.
I napoletani hanno così creato, con il tempo, una sorta di venerazione nei confronti del lotto, arricchendo di significati sempre più numerosi i numeri della smorfia.
Sono stati creati anche, sulla base di antiche credenze popolari, personaggi quasi magici come i defunti che, apparendo in sogno ai propri cari, ancora in vita, svelano i numeri vincenti da giocare.
Come non ricordare le famosissime citazioni di questa usanza fatte da Eduardo De Filippo nella commedia Non ti pago (1940), e da Massimo Troisi, che assieme a Enzo Decaro e Lello Arena, chiamano la loro compagnia “La smorfia”.
“È un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco…la “smorfia”, infatti, non è altro che l’interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri da giocare a lotto”, queste furono le parole dell’attore scomparso sul perché chiamarono il trio La Smorfia.
Non ti pago Atto I – La quaterna detta in sogno
Massimo Troisi – La smorfia San Gennaro
Per i napoletani sognare è sempre stato sinonimo di numeri, e soprattutto di numeri da giocare al tradizionale Lotto, memorabile la scena dell’interpretazione dei sogni nel film “Così parlò Bellavista”, tratto dal romanzo omonimo, sceneggiato e diretto da Luciano De Crescenzo.
Si può ben capire come, nel corso dei secoli, si venne consolidando l’idea che interpretando i sogni e ricavandone dei numeri questi potessero far arricchire l’uomo mediante il gioco, un’usanza che tutt’oggi rimane ben salda nella tradizione partenopea e non solo.
Il significato dei numeri nella Smorfia
Nel corso del tempo il libro dei sogni si è arricchito sempre più. Ai 90 numeri della smorfia sono stati abbinati sempre più significati, creando un codice in grado di mutare, di volta in volta, a seconda delle situazioni o dei sogni da interpretare.
Chi non conosce, anche se non napoletano, alcuni abbinamenti come ad esempio: il 48, morto che parla; il 77, le gambe delle donne; il 25, il Natale; il 90, la paura; il 33, gli anni di Cristo e così via.
Ma i numeri non hanno un solo significato, come ad esempio il famosissimo 48, che non è solo “Morto che parla”, e può essere abbinato all’avvocato, alla scimmia oppure al calcio e altro ancora, come pure il famoso 77 “Le gambe delle donne” può essere abbinato ai diavoli, al vagabondo o al pagliaccio e via discorrendo.
Inoltre, i numeri possono essere abbinati a dei verbi come ad esempio al giocare che nella sua definizione più comune fa 79, ma che può diventare 81 se si gioca ai cavalli. Giocare al Lotto stesso diventa 33, giocare una partita di calcio fa 50, giocare a carte 17, ed infine a giocare a scacchi fa 22.
Altro verbo molto frequentemente interpretato è mangiare: farlo con le mani corrisponde a 72, farlo a sazietà diventa 3, mangiare verdura 40, mangiare dei dolci invece fa 19, mangiare frutta 56, “ingozzarsi” troppo 74, dei cibi preparati da noi stessi 67, il pesce è 63, mangiare animali vivi fa 27.
Ancora tra i più comuni c’è il verbo parlare: se si parla con gli animali il numero da giocare è 44, con una donna è 67, con un amico 61, parlare a voce alta fa 5, infine, parlare a bassa voce corrisponde al numero 27.
I Sogni più comuni nella Smorfia Napoletana
Indifferentemente dalla personalità, dall’età, dal sesso o dall’estrazione sociale esistono dei sogni, più o meno ricorrenti, che seppur nella loro particolarità, hanno dei tratti comuni che valgono per tutti.
Uno dei sogni più “gettonati”, ad esempio, è quello che vede i serpenti quali protagonisti. Il serpente nell’interpretazione dei sogni può avere svariati significati, infatti, esso può rappresentare sia un simbolo fallico e quindi una pulsione sessuale, sia un sentimento di sfiducia.
Chi li sogna non deve sottovalutare le implicazioni che ne derivano, infatti, è un segnale che suggerisce di stare in guardia nei confronti della malignità e dei colpi bassi di chi li circonda.
La Smorfia in questo caso ne abbina addirittura tre, il 51, l’89, e il 28 ma anche solo il 36; se il serpente si infila sotto la gonna fa 90, un serpente che striscia fa 69, con una lingua biforcuta 36, avvolto attorno a un bastone 87, sentirne il sibilo 1, di trovarne uno nel letto 74, di venirne morsi 8, di calpestarlo 10.
Altro sogno molto comune è quello di sognare il denaro. Fare questo tipo di sogno può avere dei risvolti sia positivi che negativi; ciò dipende dal contesto in cui si trova all’interno del sogno. Prevalentemente i soldi quando si sognano o vengono trovati o vengono persi. Il numero che se ne ricava dalla Smorfia è il 51.
Un altro sogno molto diffuso e che coinvolge maggiormente le donne, è quello di sognare topi. I topi rappresentano una delle paure più comuni e come per i serpenti possono essere una spia di repressioni sessuali; in questo caso la cabala ci suggerisce il numero 11.
Sempre per rimanere in tema di sogni tutti al femminile tra i più ricorrenti c’è quello di sognare di essere incinta, è un sogno che si fa a tutte le età (partendo dall’adolescenza), ed è fatto soprattutto dalle donne che sono all’inizio della gravidanza o la stanno progettando, non è raro che questo sogno possa essere fatto anche dagli uomini che spesso ne sono imbarazzati.
Sognare il sangue rappresenta molto spesso un trauma, una sofferenza che potrebbe essere psichica o emotiva, oppure semplicemente un calo di energie. Il numero da giocare secondo la Smorfia è l’80.
Per finire, tra i sogni maggiormente ricorrenti ci sono i denti 16 e 36, il cadere 18, 27 e 51, la morte 21 e 66.
«Chi a cca’ pass e nun ioc’ o’ lott’ venc’ sol’ ropp’ muort’», che tradotto significa: «Chi passa di qui e non gioca al lotto, vince solo dopo morto».
Che ci si creda o no, se al mattino ci si sveglia con un nitido ricordo di un sogno appena fatto, potrebbe essere una buona idea quella di interpretarlo per ricavarne qualche numero da giocare… Noi vi consigliamo di scaricare la versione web della smorfia napoletana che potete trovare in fondo alla pagina, magari potrebbero essere vincenti!
I numeri della smorfia napoletana più usati
Per il popolo partenopeo i numeri della smorfia non sono soltanto dei numeri da giocare al lotto per poter cambiare la propria esistenza, ma vengono anche usati nella vita di tutti i giorni.
Il numero della smorfia che molto probabilmente è il più usato fra tutti è il 71 l’ommo ‘e merda, che serve a definire una persona cattiva, disonesta, abietta ed egoista.
Il numero 4 ‘o puorco spesso usato per indicare una persona sporca (anche e soprattutto a livello sessuale) negativa, avida, ignorante e che non sa dare il giusto valore alle cose
Il numero 6 chella ca guarda ‘nterra è un chiaro e fin troppo esplicito riferimento all’organo sessuale femminile.
Il numero della smorfia napoletana più nefasto e da sempre temuto dal popolo partenopeo che lo associano ad eventi funesti è, ovviamente, il 17 ‘a disgrazzia.
Andando avanti troviamo un altro numero molto “usato” il 23 ‘o scemo colui che manipola situazioni reali tramutandole in grottesche.
Abbiamo ancora il numero 33 ll’anne ‘e Cristo simbolo importante nella tradizione cattolica del popolo napoletano poiché rappresenta l’essenza stessa dell’amore che si sublima nel sacrificio supremo di Gesù.
Non poteva mancare il numero 42 o ccafè uno dei vanti del popolo napoletano che hanno fatto si che il consumo di questa bevanda diventasse un vero e proprio rituale al pari, possiamo dire, del Tè delle cinque per gli inglesi.
Non può mancare nella vita quotidiana di ogni napoletano che si rispetti il numero 55 ‘a museca.
Anche a chi è stato ucciso è dedicato un numero nella smorfia napoletana il 62 ‘o muorto acciso.
Per finire abbiamo anche il numero per definire una persona avara, spilorcia, taccagna o meglio pidocchiosa, l’87 ‘e perucchie.
Scarica GRATIS l’eBook con i numeri della Smorfia Napoletana dalla A alla Z
La smorfia Napoletana da 1 a 90
La smorfia Napoletana da 1 a 90
La Smorfia moderna 2.0
Poteva mancare l’adattamento in chiave moderna della smorfia napoletana? Assolutamente no. A riadattare e rammodernare in chiave divertente i tradizionali 90 numeri della smorfia napoletana ci hanno pensato le geniali menti della web agency torinese FightBean.it. Nella nuova smorfia 2.0, solo per citarne alcuni, troveremo al posto del classico numero 1 “l’Italia” il nuovo ” ‘a Web Star “, il numero 14 “l’ubriaco” diventa ” ‘a Fashion Blogger “, il numero 25 “Natale” diventa ” ‘o Bimbominkia “ e il 33 “gli anni di Cristo” diventa ” l’ann e Windows “.
Continuando tra le nuove esilaranti modifiche ci si può imbattere nel 57 che dacché era “il gobbo” diventa” ‘e fatt na strunzat “, alias l’Epic Fail, fino ad arrivare al 50 “il pane” che fa un’incursione nella musica moderna diventando ” ‘a pall ‘e Miley Cyrus”, la Wrecking Ball.
La smorfia e i tarocchi
Così come dalla smorfia anche dai tarocchi, si possono ricavare i numeri da giocare al Lotto. Esistono numerose assonanze tra i due, infatti, molti numeri hanno lo stesso significato, come ad esempio il numero 14 che nella smorfia rappresenta l’ubriaco e nei tarocchi i deliranti, e il 20 che per la smorfia è la festa e per i tarocchi l’allegria e via discorrendo.